E' OPPORTUNO INTEGRARE?

E' OPPORTUNO INTEGRARE?

Ecco l'articolo di Silvio Garattini del 2003, pubblicato sul mensile NEGRI NEWS. 
L'autore riflette sugli integratori alimentari, domandandosi se è giustificato l'uso che di questi si fa, e le convinzioni che spingono i consumatore ad utilizzarli. Ce lo ha indicato il professore di Chimica degli alimenti e prodotti nutraceutici e lo trovo  interessante ed attuale (nonstante sia stato scritto 15 anni fa!).
Alcuni esempi in cui ricorrere può essere davvero utile: stati patologici che compromettono l'assorbimento, la digestione, il metabolismo o l'escrezione; particolari stati fisiologici come la gravdanza o la vecchiaia; casi in cui le scelte etiche/religiose prevedono l'esclusione di determinati alimenti.
Alla fine della pagina il collegamento con la fonte e con la sezione relativa a questo argomento sul sito del Ministero della Salute.
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Dai vecchi ricostituenti ai nuovi integratori alimentari
Continuare e rinnovare la tradizione dei ricostituenti, categoria di farmaci inventati dalla pubblicità ma inesistenti nei libri di farmacologia: è questa la missione degli “integratori alimentari”, prodotti di cui si scoprono necessità ed utilità (non avvalorate da alcuno studio indipendente) sull’onda di una pubblicità occulta, suadente e continua che alimenta il mito dell’eterna gioventù e prestanza fisica. Tra ipersalutismo virtuale e leggende metropolitane.

Il nome è certamente suggestivo. Integrare dà l’impressione di completezza, di un rimedio possibile all’idea suggerita che gli alimenti siano insufficienti ad assicurare la nostra efficienza e quindi la nostra salute. L’idea della insufficienza nasce da una serie di pregiudizi non giustificati da nessun dato obiettivo: il cibo che mangiamo non è naturale e quindi va integrato. Il “naturale” è ormai un marchio di qualità in contrapposizione ai cibi “industriali” che sarebbero poveri di vitamine perché conservati, prodotti con i pesticidi, arricchiti di conservanti. È singolare questo atteggiamento perché in realtà i cibi “industriali” sono più sicuri, più controllati, più studiati. Mai come in questi ultimi decenni nei Paesi industrializzati, vi è stata abbondanza di cibo; un cibo iperproteico ed ipercalorico che spesso è alla base dell’obesità che si sta diffondendo in modo pauroso e preoccupante. Perché allora la necessità di integratori alimentari?

Propaganda

Una pubblicità occulta, suadente, continua cerca di convincerci che l’uomo moderno con la sua vita intensa e spesso stressante ha bisogno di più vitamine, di più sali minerali, di più aminoacidi. Ma è proprio vero? Chi ha mai fatto misure adeguate delle concentrazioni vitaminiche dell’uomo sano e chi ha mai dimostrato che i livelli sono più bassi di quella che è definita la normalità. Ed anche se questo accade, chi ha mai stabilito un nesso fra aumento delle concentrazioni di vitamine nel sangue e maggior benessere. Gli studi finora eseguiti, soprattutto quelli ben fatti sono stati essenzialmente negativi. Gli integratori alimentari vengono suggeriti ed utilizzati anche in altri contesti al riguardo. Ad esempio, c’è la convinzione che le nostre riserve vitaminiche dopo una terapia antibiotica siano depauperate e quindi non si possa far altro che reintegrarle nonostante nessuno studio indipendente abbia mai avvalorato questa convinzione. Un altro schema mentale propaganda gli integratori come “antiossidativi” o meglio ancora per usare termini più sofisticati come “antiradicali liberi”. Processi ossidativi e radicali liberi sono secondo leggende metropolitane (leggi teorie) legati ai processi dell’invecchiamento ed alle malattie degenerative.

Cattiva coscienza

Da qui la falsa convinzione che gli integratori alimentari assicurino prospettive di eterna gioventù e prestanza fisica. L’impiego di parecchi integratori alimentari è infine riconducibile a cattiva coscienza e cioè alla presunzione di poter contrastare cattive abitudini di vita. Ad esempio, chi fuma pensa di compensare i danni indotti dai molti composti tossici derivanti dalla combustione delle sigarette. Cosa c’è di meglio che un po’ di vitamine? Chi le consuma ignora alcuni studi che hanno evidenziato come le vitamine più accreditate (B, C ed E) abbiano dato risultati negativi. Lo stesso si può dire per quanto riguarda l’infondata convinzione che i danni indotti dall’alcool in vari organi potranno essere evitati dagli integratori alimentari.

Obesità in continuo aumento

L’eccesso di peso corporeo è un altro target di molti prodotti che sono esposti in bella mostra nelle farmacie. Quanti integratori hanno vantato proprietà dimagranti? Il “prodotto” diventa il sostituto di una alimentazione che sia varia e moderata oltre che il modo per evitare la fatica di fare ogni giorno un po’ di esercizio fisico. Per ironia della sorte, nonostante tutti i dimagranti disponibili l’esercito degli obesi è in continuo aumento. A ben pensarci gli integratori alimentari sono un nome nuovo per un concetto non diverso da quello disponibile in passato, è un modo per rinnovare e continuare la tradizione dei ricostituenti, una categoria di farmaci inventata dalla pubblicità che non esiste nei libri di farmacologia. La speranza di conquistare uno stato di salute o di “ipersalute” con poca fatica è forse insito nella mentalità umana: dall’elisir di Dulcamara agli integratori alimentari passando per i ricostituenti!

SILVIO GARATTINI

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